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Italiani preoccupati dall’influenza A ma sul vaccino prevale lo scetticismo – Articolo su Repubblica

Evidentemente il mio punto di vista e le mie perplessità sono le stesse della maggior parte degli italiani; ecco un articolo apparso adesso su Repubblica.it

ROMA – Gli italiani sono preoccupati per l’influenza A. Ma sono anche scettici sull’efficacia del vaccino. Un sondaggio realizzato da Ipr Marketing per Repubblica.it rivela soprattutto incertezza e dubbi: più della metà degli interpellati teme per la pericolosità del virus H1N1 e uno su tre si spinge a prevedere che provocherà molte vittime nel nostro Paese, ma al contempo cresce il timore di vaccinarsi.

Oltre la metà degli intervistati, da Nord a Sud, pensa di poter essere colpito dall’influenza A, in particolare i più giovani. Ma in molti ammettono la scarsa conoscenza della malattia: quasi due italiani su tre non saprebbero come comportarsi in caso di contagio. Il 42 per cento delle persone coinvolte nell’indagine accusa le istituzioni responsabili di non dire tutta la verità e addirittura di nascondere qualcosa. Di qui l’allarme, ma anche il diffuso scetticismo sulla vaccinazione. Il ricorso al vaccino è infatti escluso da più della metà degli intervistati: il 56 per cento si dichiara contrario, contro il 33 per cento favorevole e l’11 per cento senza opinione in proposito. La ragione di questa forte opposizione è da cercare nelle controindicazioni: la maggioranza ritiene che sia un vaccino poco sperimentato e dunque potenzialmente in grado di provocare danni alla salute.

Questa sensazione contrasta con i messaggi rassicuranti diffusi in questi giorni dal governo e trova una spiegazione nella preoccupante mancanza di fiducia verso le autorità sanitarie. Quasi la metà degli italiani ritiene infatti che queste stiano gestendo la comunicazione dell’emergenza in modo opaco o contraddittorio, sminuendo la reale entità del problema oppure invitando i genitori alla vaccinazione di massa dei loro bambini.

Ciò inevitabilmente induce a ipotizzare, in caso di pericolo, una condotta difforme rispetto alle indicazioni fornite dal governo. La maggior parte degli interpellati si rivolgerebbe al medico di base mentre in minima percentuale affronterebbe la malattia come una normale influenza. Ma un quarto degli intervistati dichiara che in caso di sospetto di contagio andrebbe immediatamente all’ospedale, senza consultare il medico di famiglia, esattamente il contrario di quanto raccomandato dal viceministro Ferruccio Fazio.

L’incertezza sta provocando anche i primi cambiamenti nello stile di vita. Oltre un terzo delle persone intervistate dichiara di evitare ristoranti, cinema e in generale luoghi chiusi e affollati; una percentuale di poco inferiore, sotto il 33 per cento, evita di recarsi al lavoro con i mezzi pubblici.

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